Per ottenere un risarcimento equo, i pazienti hanno però bisogno di sapere esattamente che cosa è successo, ecco perché la mancata od insufficiente informazione da parte del medico implica una sorta di inganno - che antepone gli interessi professionali a quelli dei danneggiati - col risultato finale di minare la fiducia collettiva nella medicina.
Di conseguenza la politica del silenzio, la scarsa trasparenza nonché la riluttanza a comunicare ciò che è veramente successo - malgrado le richieste ricevute – sono gli elementi che spingono i pazienti danneggiati ad intentare una causa legale, col risultato di aggravare il dolore e la sofferenza psicologica di pazienti e familiari, nonchè quella dei professionisti implicati.
L’evento medico avverso cioè una prestazione medica non adeguata che abbia causato danni alla salute del paziente, implica la responsabilità professionale a carico del clinico che l’ha effettuata.
La responsabilità professionale è tale quando sia stata accertata la violazione di norme di condotta traducibili in illecito civile o penale.
Giuridicamente ciò può comportare per chi l’ha posta in atto conseguenze di ordine civile (obbligo al risarcimento del danno), penale (condanna per reato), deontologico (provvedimento disciplinare dal Consiglio dell’Ordine).